Speculatori digitali si sentono protetti dal loro ampio livello di astrazione assicurato da computer social-compatibili. Accattivanti pubblicità adornano innumerevoli racconti dai contenuti sbriciolati, il fine è solo quello di riempire il maggior numero di pagine web. Sono spazi pubblicitari contornati da qualche concetto, non il contrario, e tutto questo in realtà frantuma proprio l’utilità dei contenuti in rete.
Lo chiamo Effetto lavatrice, come quando metti qualcosa nella lavatrice e questa inizia a girare girare girare, per forza centrifuga le particelle che si disgregano tendono ad andare verso l’esterno, schizzare sulle pareti e poi colare inesorabilmente nel fondo per essere scaricate. Quando apri lo sportello tutto è tornato più pulito anche se con il tempo è destinato all’usura. Se hai tempo puoi anche metterti di fronte allo sportello della lavatrice ed osservare da fuori tutto il ciclo, come una giostra vista dell’esterno il cui programma è stato avviato. Per esempio mi sono sempre domandato come fa la lavatrice e capire quando avviare la fase di risciacquo ? E’ chiaro che ci sono dei sensori, fa parte del programma di lavaggio ma personalmente ci ho impiegato un pò per capirlo. Ad ogni modo questo elettrodomestico lava, scrosta ma consuma e ad un certo punto occorre cambiare i filtri pechè tutte le particelle di sporco che schizzano via li vanno ad intasare. I capi oltretutto sono inesorabilmente destinati all’usura con il tempo, d’altra parte in natura tutto muta.
Così anche i contenuti della rete, proprio quelli che dovrebbero essere i più autorevoli, saturano non solo i concetti riproponendoli in tutte le salse ma le stesse parole che usiamo per comporre il nostro linguaggio. La semantica guadagnata in un’evoluzione durata milioni di anni a partire dai primi Ominini sembra aver raggiunto un plateau. In rete organizzazioni che si occupano di comunicazione propongono webinar su come ritrovare dialoghi e parole per promuovere sviluppo sociale e valori come uguaglianza o empatia. Sottolineo che il fine è quello di cercare parole. Il che non mi meraviglia visto che l’algoritmo della rete offre un servizio poco affidabile se si parla di conoscenza. Serve un nuovo linguaggio che dia le parole giuste al back-up sociale, ma per farlo ci vuole un tecnico che cambi il filtro perché quello vecchio è intasato. Per questo non è banale far quadrare il cerchio, anzi direi la sfera, visto che se ne cerchiamo il significato su un qualsiasi motore di ricerca le prime risposte non hanno nulla a che vedere con la geometria.