Verso_il_sole

Quando il primo di noi, giocando, si arrampicava e roteava tra i rami ad un tratto si è ritrovato a penzoloni sulle braccia e si è fermato. Deve aver visto qualcosa in quell’istante, per questo ha deciso di lasciarsi andare al suolo ed iniziare a camminare. Deve aver visto qualcosa per parecchio tempo, qualcosa di grande ed irraggiungibile che tanto ha destato la sua attenzione da averlo spinto a saltare al suolo, fuori dalla sua casa verso altre terre. La forza dell’immagine deve essersi impressionata nella sua memoria organica tanto da condurlo, quasi magneticamente, verso quel patch di foresta da cui si poteva scrutare in momenti precisi della giornata e per un tempo limitato.

L’inconscia capacità di registrare informazioni dovuta alla replicabilità dei percorsi compiuti dagli impulsi elettrici ha formato un inevitabile accumularsi di diverse circuitazioni cerebrali. Tutte così distinte ma allo stesso tempo provenienti dalle circostanze ambientali ancora incontaminate dall’uso delle mani. C’era però sempre un ricordo sbiadito, un trigger così sottile da non essere nemmeno riconoscibile. Nient’altro che il riverbero latente di una memoria disintegrata in particelle. Questa impronta sonora avrebbe portato a danzare intorno al fuoco per esorcizzare le tenebre e, per pura inconciliabilità con uno stile di vita sedentario, portò così alla colonizzazione dell’intero pianeta.